Acm, l’ex Bernacci: «Mantova? Una delle possibili sorprese»

L'attaccante giocò sia con la maglia biancorossa che bianconera. “Mi aspetto un match spettacolare. Le due squadre giocano a viso aperto”

L'ex attaccante di Cesena e Mantova Bernacci mentre esulta dopo il gol siglato in Mantova-Juve

Domenica al Manuzzi c’è Cesena-Mantova. Tanti i calciatori che negli ultimi 25 anni hanno vestito le maglie di entrambi i club e tra questi c’è anche Marco Bernacci.

Cesenate doc, tifoso bianconero, attaccante cresciuto ed esploso nella squadra romagnola (era soprannominato l’Airone delle Vigne), fino al clamoroso passaggio al Mantova in B nell’estate 2006. Quella in biancorosso doveva essere una lunga permanenza, invece durò una sola stagione. Con la vetta raggiunta il 13 gennaio 2007, giorno in cui Bernacci propiziò l’autogol di Kovac che permise al Mantova di battere la Juve al Martelli. Il 40enne Bernacci oggi fa l’allenatore in Eccellenza, al Gambettola, ed ha accettato volentieri di “fare le carte” al match di domenica al Manuzzi.

Dunque Marco, da dove cominciamo?

«Dal fatto che si affrontano due squadre che l’anno scorso hanno disputato un campionato incredibile. E alle quali bisogna fare i complimenti».

Cosa pensi del “tuo” Cesena?

«Sta facendo bene. Rispetto all’anno scorso ha cambiato allenatore e filosofia: con Tosacno era più difensivo, con Mignani è più intraprendente. Esprime un buon calcio e viene da uno 0-0 a Palermo che è sicuramente un ottimo risultato».

E il Mantova?

«Quest’anno non l’ho ancora visto all’opera. L’anno scorso mi era capitato 2-3 volte ed ero rimasto colpito dal gioco di Possanzini. Davvero bello da vedere. Vi starete divertendo…».

Da queste parti non succedeva da un po’…

«E secondo me succederà a lungo. Nel senso che considero il Mantova una delle possibili sorprese del campionato. La classica outsider».

In base a cosa lo sostieni?

«Rivedo un po’ la stessa situazione dei tempi di Di Carlo, quando il Mantova dalla C2 salì fino in B mantenendo lo stesso allenatore e la stessa ossatura di giocatori. Questo è molto importante. Così si va lontano».

C’è un giocatore secondo te imprescindibile nell’Acm?

«Burrai. Difficile fare a meno della sua intelligenza. È lui il fulcro, il catalizzatore del gioco».

E nel Cesena?

«Kargbo e Shpendi. Con la C c’entravano poco, facevano letteralmente la differenza. E vedo che si stanno ripetendo in B. Poi ci sono i volti nuovi come Bastoni e Calò. Insomma, ritengo il Cesena una squadra attrezzata».

Quindi che partita ti aspetti?

«Intanto mi aspetto uno stadio pieno. Sul campo direi un match spettacolare, proprio per le caratteristiche delle due squadre che giocano entrambe a viso aperto. Poi magari finisce 0-0… Ma non ci si annoierà».

La tua permanenza a Mantova, partita con grandi aspettative, durò poco. È un rimpianto?

«Io conservo ricordi molto belli di Mantova. Fu il mio primo anno fuori casa e mi servì. Purtroppo sul campo fu una stagione in chiaroscuro: ero partito forte nel precampionato e nelle prime giornate, poi arrivò Godeas e nel ritorno giocai di meno».

Resta quel gol alla Juve…

«Già, peccato che negli almanacchi figuri come autogol di Kovac! Io comunque l’ho sempre considerato mio e ancora oggi resta uno dei più importanti della mia carriera. In porta c’era Buffon, in campo Del Piero e Trezeguet. Quella B era clamorosa: Juve, Napoli e Genoa fecero il vuoto, non si giocarono nemmeno i playoff».

Dopo Mantova la tua carriera è stata costellata da alti e bassi…

«Sì, diciamo che nel complesso si poteva fare meglio a livello di scelte. Ma non rinnego assolutamente nulla».

(Fonte La Voce di Mantova)

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