Ufficiale, per Palermo-Mantova chiuso il settore ospiti: è l’ennesima buffonata del calcio italiano

Nel pomeriggio è arrivata l'attesa comunicazione della Questura siciliana. Non c'è però il divieto di trasferta

Spiace per quelli che ci sono rimasti male, per quelli che ci hanno sperato fino all’ultimo nonostante fosse già tutto scritto, per quelli che assolutamente non potevano rinunciare a metter piede al Barbera di Palermo per sostenere l’Acm e aggiungere lo stadio dei rosanero alla loro personale collezione di trasferte al seguito del Mantova. Per chi si è pagato volo, alloggio e magari pure una macchina a noleggio proprio per tale scopo. Il biglietto no, quello non se l’è ancora comprato probabilmente nessuno.

In realtà alle nostre latitudini dovrebbero farsi tutti una grassa risata. Perché è l’unico modo per uscire da questa vicenda surreale, grottesca e – per dirla anche alla siciliana – appunto pi-ran-del-lia-na. Come noto è stato ufficializzato dalla Questura di Palermo il divieto alla vendita dei tagliandi per tutti i settori del Renzo Barbera ai residenti per la provincia di Mantova per la gara Palermo-Mantova di domenica (ma sul documento del Prefetto c’è scritto giovedì, sbagliano anche le alte cariche) 16 febbraio alle ore 15 e la contestuale chiusura al pubblico del settore ospiti.

Senza fare espressa menzione circa l’assalto cui i tifosi mantovani sono stati sottoposti sul treno che li trasportava a Modena dieci giorni fa, da parte di sedicenti sostenitori gialloblù, la motivazione di tale sentenza è la seguente: “quanto premesso (nota Div. Gab, Cat. A 4/2 dell’8 febbraio 2025) induce questa Autorità di Pubblica Sicurezza a ritenere sussistente la grave ed urgente necessità di prevenire situazioni di pericolo per la sicurezza pubblica e di pregiudizio per l’ordinato vivere civile”.

A leggere la nota gli ultrà nostrani dovrebbero in realtà gonfiare il petto. Non sono solo rispettati ma addirittura temuti sull’intero suolo italiano, dunque persino a Palermo, per la loro ferocia, l’incapacità di mantenere “un ordinato vivere civile (che fantasia il Prefetto palermitano)”, la loro ormai notoria pericolosità sociale. I numerosi precedenti, intrisi di episodi di cronache extracalcio tra Mantova e Palermo, il fatto che grazie all’emigrazione – verso Sud, è ovvio – si tratti di un derby sentitissimo, hanno fatto il resto. Ha prevalso la sanguinosa rivalità tra la curva rosanero e quella biancorossa che si trascina dagli albori del pallone. Andate a chiedere ad un palermitano di indicare Mantova sulla cartina geografica. Non avrà dubbi, è qui, alle porte di Modena.

No, troppo a rischio far entrare anche un solo mantovano nello stadio del capoluogo siciliano. Per fortuna – e qui sì che il Prefetto ha dato prova di un cuore tenero – non è stata vietata la trasferta ai mantovani ma solo l’ingresso allo stadio. Gli stessi potranno dunque passare i 2-3 programmati a Palermo tra una locanda e l’altra (ce ne sono davvero di imperdibili, con pesce di mare e altre prelibatezze a volontà), farsi un pomeriggio alla spiaggia di Mondello e con un po’ di fortuna anche mettere i piedi in acqua. Trastullarsi ai Quattro Canti, visitare il Palazzo dei Normanni, sfogliare il programma artistico del Teatro Massimo, farsi un selfie nella Cappella Palatina, dire una preghiera per la truppa di Possanzini nel Duomo di Monreale, tirare una monetina nella Fontana Pretoria, sperando di uscire (sportivamente) vivi dal Barbera. Insomma, tutto fuorché entrare allo stadio. E allora l’invito è quello di armarsi per bene (di disponibilità a ingrassare e restare sbalorditi dalle bellezze palermitane), partire per la Sicilia e ad un certo orario della domenica affollare lo spazio retrostante la curva destinata ai tifosi biancorossi e fare sentire il proprio incitamento a Burrai e soci.

E coprire così la grassa legittima risata di chi, tra i locali, sarà venuto a conoscenza della storia. Che Paese strano l’Italia… (e ci fermiamo qui!).

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