Mentre il dt Botturi e mister Possanzini sono al lavoro per rinforzare la rosa, il centrocampista del Mantova Flavio Paoletti si è concesso ai microfoni de “La Voce di Mantova”.
Tre presenze, di cui una sola da titolare conclusa oltretutto con un’espulsione. Numeri modesti per Flavio Paoletti, che il Mantova ha prelevato in gennaio dai turchi del Fatih Karagümrük. Detta così, sembra un acquisto sbagliato. In realtà il Mantova crede molto in questo 22enne duttile centrocampista cresciuto nella Sampdoria, tanto da averlo blindato fino al 2028. «Diciamo che questo è stato il mio anno zero nel Mantova – spiega – . Venivo da un’esperienza forte e diversa in Turchia, avevo bisogno di tornare in Italia e sono felice di aver scelto Mantova, che mi ha aiutato a ritrovare la serenità giusta».
Sei arrivato nel momento più delicato della stagione…
«È vero, ma era più che altro una crisi di risultati. Le prestazioni ci sono sempre state, ed è per questo che non abbiamo mai pensato negativo. Semplicemente eravamo poco fortunati sugli episodi, però dentro di noi avevamo la consapevolezza che i risultati sarebbero arrivati. E infatti …» .
Qual è stato il contributo di Possanzini in quella fase?
«Il mister è stato bravo ad evitare che cadessimo nella sfiducia. Così come Possanzini, vorrei citare anche il direttore Botturi e tutto lo staff tecnico. Non ho mai visto i miei compagni impauriti».
Rimanendo però sul mister: è stato difficile per te assimilare le sue idee di gioco? E qual è il consiglio più prezioso che ti ha dato?
«In realtà per me è stato stimolante. All’inizio puoi incontrare qualche difficoltà, ma Possanzini è il primo che ti viene incontro e ti spiega cosa non ha funzionato, cosa puoi migliorare. Consigli? Mi ha sempre detto di giocare la palla e di non aver paura di sbagliare. Finchè ce l’abbiamo noi, dice, siamo padroni del nostro destino e decidiamo noi come gestirla. Questo induce il calciatore a credere di più in se stesso ed assumersi le proprie responsabilità».
Felice della sua permanenza?
«Sì. Ha creato davvero un bel legame col gruppo».
Hai detto che non avete mai perso la fiducia. Ma quando avete capito che la strada era in discesa?
«La svolta è arrivata con le due vittorie consecutive con Sudtirol e Brescia. E poi la partita con lo Spezia: l’ho vissuta dalla panchina, ma è stato un match incredibile. E alla fine quel punto è risultato pure decisivo per la salvezza».
Come giudichi la tua mezza stagione mantovana?
«Come dicevo, sono stati mesi di ambientamento. Mi dispiace per l’espulsione di Pisa: era il primo “rosso” della mia carriera! Io però sono un ottimista e vedo sempre il lato positivo delle cose. E allora dico che mi è servito “da lezione”, per prendere le misure».
Cosa pensi delle vicissitudini della “tua” Samp?
«Mi dispiace per tutte le situazioni che si sono create: dalla retrocessione a certe insinuazioni che vengono fatte sul conto del club. Ora ha la possibilità di “salvare” la stagione ai play out… Vediamo».
Il tuo obiettivo per la prossima stagione?
«Se questo è stato l’anno zero, nel prossimo voglio dimostrare davvero le mie qualità. Ho voglia di mettermi in gioco, per recitare un ruolo da protagonista».
Ma dove può arrivare il Mantova 2025-26?
«Eh questa è una domanda difficile… Secondo me è una squadra che in Serie B ci può stare benissimo, senza troppe sofferenze».
Quella serenità che cercavi l’hai trovata anche nella nostra città?
«Certo che sì. Venivo da Istanbul, città enorme. Avevo bisogno di un ambiente più tranquillo, a misura d’uomo. Mantova non la conoscevo e ho scoperto che ha tutte le qualità che inseguivo».
Pronto per le vacanze?
«Resto nella mia San Benedetto del Tronto, con la famiglia e gli amici».
Come si dice “buona estate” in turco?
«E chi se lo ricorda? (ride). Piuttosto è meglio che cominci a studiare il dialetto mantovano».
(fonte La Voce di Mantova)