Sempre più a fondo. Il Mantova torna da Pisa con zero punti, e anche con il morale sotto i tacchi. D’accordo, i nerazzurri di Inzaghi sono una delle formazioni più forti del campionato. Lanciata verso la serie A, e nettamente superiore per cifra tecnica ai biancorossi. Ma, dopo una prima frazione dignitosa, nel secondo tempo dell’Arena Garibaldi (o Cetilar Arena come si chiama ora), è andato in scena il peggior Mantova della stagione, al pari solo di quello del nefasto derby casalingo contro la Reggiana. Una squadra alle corde, totalmente incapace di reagire alle folate offensive dei toscani, inesorabilmente schiacciata nella propria metà campo fino al 3-1 che ha di fatto chiuso il match.
Ancora una volta, tre reti causate da errori individuali. Giordano con una sua disattenzione ha causato il primo svantaggio. Ennesima topica stagionale in fase difensiva dell’esterno sinistro ex Sampdoria, un rinforzo rivelatosi purtroppo tutt’altro che tale. Sul corner del 2-1 la difesa si è persa Caracciolo, il classico stopper in licenza in area, per colpire di testa su corner: schema prevedibile sul quale si dovevano prendere adeguate contromisure. E Paoletti, all’esordio dal primo minuto, dopo un buon primo tempo è crollato nella ripresa, perdendo una palla sanguinosa a centrocampo che ha dato il la all’azione della terza segnatura pisana; coronando più tardi la disfatta con il rosso per un fallo di stanchezza e frustrazione.
Per la prima volta da inizio stagione i biancorossi precipitano al terzultimo posto, ovvero in zona retrocessione diretta. Naturale conseguenza del disastroso girone di ritorno, che ha fruttato la miseria di 7 punti in 11 giornate. Se ci si concentra sulla classifica però, considerando ormai spacciato il Cosenza, ci sono dieci squadre in 5 punti. Ovvero, la salvezza sulla carta sarebbe ancora alla portata. Quantomeno lo sono i playout. Ma le dirette concorrenti, chi più chi meno, qualche volta vincono, e muovono costantemente la classifica. Tranne se vogliamo il Brescia, unica in crisi nera come noi. Visto il trend, quali speranze può avere di uscire dalle sabbie mobili, un Mantova avvolto in una spirale negativa che sembra ormai irreversibile?
L’allarme rosso si è acceso ormai da tempo ma la squadra sembra inerte, nessun segno di reazione. È evidente che questa rosa oltre ai limiti tecnici ne ha uno caratteriale: non è costruita per lottare per la salvezza, e non ne ha la mentalità. Ed è una colpa di Possanzini, spiace dirlo, non essere riusciti a inculcargliela quando, strada facendo, la situazione di classifica è precipitata. Non aver trasmesso il concetto che ogni pallone, a questo punto del torneo, va giocato con le fiamme negli occhi, perchè può determinare le sorti del campionato. L’altra responsabilità del mister, sotto gli occhi di tutti, è quella di non aver trovato una variazione efficace al copione, allo spartito del gioco fatto di possesso palla sterile e poco incisivo. E il cambio di modulo ahinoi non ha dato i frutti sperati: anzi, numeri alla mano, ha peggiorato il rendimento della squadra.
Il calendario ora regala una quantomai provvidenziale sosta. E offre poi l’ultima, estrema, ciambella di salvataggio: due scontri diretti in sequenza, contro Südtirol e Brescia. Vincerli entrambi è l’unico modo per continuare a sperare, e non far calare il sipario sulla permanenza in serie B. Giocatori e componenti dello staff tecnico dimostrino di non essere rassegnati alla retrocessione. Sfruttino le due settimane a disposizione per fare click mentale i primi, e per ripensare lo schieramento in termini di uomini e modulo i secondi.
Infine, la società. Confidiamo che Piccoli saprà fare tesoro degli errori di questa stagione. Non ultimi quelli, numerosi, di comunicazione (siamo sicuri ad esempio che aver garantito, dopo il pareggio contro la Juve Stabia, la permanenza del mister fino a fine stagione sia stata una buona mossa? O un po’ di sana pressione avrebbe potuto fare da stimolo?). Ma la domanda chiave è un’altra: cosa farà questa proprietà in caso di retrocessione in LegaPro? Finora tutte le dichiarazioni, le intenzioni, e i programmi paventati di crescita step by step, hanno sempre avuto sullo sfondo un unico scenario: quello del necessario mantenimento della categoria a fine stagione. Ma se non ci dovessimo riuscire? Se l’obiettivo non venisse centrato? Il Mantova sta attraversando il momento più difficile della gestione Piccoli. Crediamo sia necessario che il presidente faccia sentire la sua voce, su come affrontare il finale di campionato, e su quali prospettive societarie si aprirebbero in caso di malaugurato, ma purtroppo tutt’altro che remoto, ritorno in LegaPro.