Vorrei ma non posso. La sensazione che lascia la partita dello Stirpe è disarmante. E fa accendere l’allarme rosso in casa Mantova. Il momento è delicatissimo, la classifica piange, la crisi è sotto gli occhi di tutti. Crisi di risultati, ma anche di gioco.
Non è più accettabile subire ancora una volta due reti nei primi venti minuti. E quando si deve rimontare, di fronte ad avversari che si chiudono a riccio in difesa, ci si incarta ed emerge la difficoltà a trovare un piano B. La manovra troppo macchinosa ed elaborata, la lenta ragnatela di passaggi messa in scena per un’ora a Frosinone, ha portato solo un possesso palla infinito ma sterile, con pochissime vere occasioni da gol. Serve una giocata, un guizzo, una mossa dispari. Quella che finora è arrivata a volte, ma non abbastanza, dal solo Mancuso. Serve recuperare alla causa giocatori che possono dare la qualità che manca. Bragantini e Fiori, enormemente involuti. Aramu completamente scomparso dai radar, nonostante sia tornato a disposizione. I limiti della rosa sono ormai acclarati. Bisogna trovare il modo di far rendere al meglio il materiale umano disponibile. Anche a costo di derogare a qualche dogma. I cambi di modulo tentati dal mister purtroppo non sono bastati per dare la necessaria incisività in attacco. E il rendimento della difesa non è migliorato affatto.
La piazza rumoreggia. Dalla tifoseria sono sempre di più coloro che chiedono un cambio di guida tecnica. Ora la società deve far sentire la sua voce. Se si ritiene che per raggiungere la salvezza serva una svolta in panchina, la decisione va presa al più presto. Se invece si rimane coerenti alla linea tracciata, va ribadito chiaro e forte. Se, come tutto lascia credere, si crede fino in fondo in questo progetto, è fondamentale che tecnico e giocatori si sentano pienamente difesi dalla società. Che non vuol dire che possono stare tranquilli e rilassarsi, ovviamente. Ma che si dà un messaggio chiaro, che si rema uniti e compatti dalla stessa parte.
La parabola del Mantova in questa stagione è paurosamente calante. Ciononostante noi crediamo che il traguardo salvezza non sia precluso. Il Frosinone, nonostante i pesantissimi tre punti nello scontro diretto, resta dietro. Ma tutte le dirette concorrenti muovono la classifica.
Se si guarda alla storia recente dei campionati di B, è frequente vedere squadre con lunghi periodi di crisi, che poi con un filotto di risultati positivi si risollevano. Le formazioni invischiate nei bassifondi sono tante, la quota salvezza sarà bassa. Ma bisogna ricominciare a correre da subito, perché i bonus sono finiti. E bisogna fare un click anche a livello mentale, uscire dalla spirale negativa. Gettare il cuore oltre l’ostacolo. Scendere in campo con il coltello fra i denti, sfoderare una grinta che faccia andare oltre i propri limiti. Imporsi il rifiuto della sconfitta. Il trend negativo va invertito da subito, prima che la situazione diventi irrimediabile.