Sassuolo-Mantova, dal vangelo dell’abbonato Matteo

Come uscire da questa situazione? Fra i supporters virgiliani naturalmente il dibattito è vivace

Tre punti in sei partite. Una sola rete all’attivo (e su rigore molto generoso) nelle ultime quattro. La classifica che ci colloca in piena zona play-out. Si apre così ufficialmente la prima vera crisi dell’era Piccoli-Botturi-Possanzini. La partita del Mapei Stadium ancora una volta ha mostrato un Mantova che ha tenuto bene il campo, largamente prevalente nel possesso palla, ma incapace di fare male. Opaca la partita di Mancuso, mai nel vivo del gioco. Mensah ha fatto mezz’ora di rodaggio dopo l’infortunio. Galuppini evanescente, a tratti inutilmente lezioso, e con sulla coscienza l’errore sanguinoso a centrocampo che ha originato l’azione del rigore. Panizzi e Solini sulla sinistra hanno fatto rimpiangere Bani. Burrai per ragioni anagrafiche non ha il dinamismo che serve in certe partite, la visione di gioco e i piedi buoni purtroppo non sempre bastano per una regia efficace. Aramu a tratti illuminante ma la benzina gli finisce troppo presto. Solo Fiori ha avuto buoni spunti che hanno creato pericoli alla retroguardia di mister Fabio Grosso. Certo, il Sassuolo è la squadra più attrezzata per il salto di categoria. Con un monte ingaggi oltre cinque volte quello del Mantova. Con al timone dalla panchina un campione del mondo. Con un’eccellente organizzazione difensiva, che ha imbrigliato la manovra d’attacco dei virgiliani. E con un un campione d’Europa come Berardi, che non c’entra nulla con la serie B, e che infatti con una giocata di furbizia e scaltrezza si è guadagnato il rigore, e l’ha trasformato magistralmente. Rigore che rivisto alla moviola ha suscitato qualche mugugno fra i tifosi. Ma con il metro odierno, troppo punitivo per i difensori, ma noto e uguale per tutti, questo tipo di contatti sul piede viene punito. Come uscire da questa situazione? Fra i supporters virgiliani naturalmente il dibattito è vivace. Ci sono i problemi strutturali: alcuni giocatori stanno patendo oltremodo il salto di categoria. Si fa strada la convinzione che per loro il livello della B sia troppo alto. Altri, che invece alla B sono avvezzi, non stanno rendendo come ci si aspetta. Ed altri ancora che il livello della B ce l’hanno, che avevano iniziato bene la stagione, ma che ora si sono smarriti e vanno ritrovati; Bragantini su tutti. Ma ci sono anche possibili accorgimenti e correttivi a livello tattico, e di atteggiamento. Valutare se qualche variante agli schemi in attacco può aiutare ad aumentare la produzione offensiva. Quando si è sotto, e il tempo per raddrizzare la partita stringe, non sarebbe male alzare il ritmo e verticalizzare, anzichè cercare sempre la manovra avvolgente e pulita. Cercare palloni sporchi, cercare di procurarsi la punizione dal limite o (perchè no) il rigore, magari puntando l’anello debole della difesa avversaria. Farsi venire il fuoco dentro quando si è in svantaggio, anche se la cattiveria agonistica non è mai stata la caratteristica di questo Mantova. L’ambiente deve rimanere compatto, ricordiamoci sempre che anzichè a Gorgonzola e Arzignano le ultime due trasferte sono state a Marassi e al Mapei Stadium: quindici mesi fa nessuno ci avrebbe scommesso un euro. La prossima sarà un derby attesissimo, contro una Cremonese che arriverà in riva al Mincio da belva ferita dopo il pesante rovescio interno rimediato contro il lanciatissimo Pisa. Tutto il Martelli spingerà come un dodicesimo uomo i biancorossi alla ricerca di una vittoria scacciacrisi.

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