Mantova, parla Possanzini: «Conosco bene Longo, mi aspetto una gara molto tattica»

Il tecnico biancorosso sull'aspetto ambientale: "Ai ragazzi dico di godersi il momento che si sono meritati salendo dalla C, facendo ciò di cui sono capaci senza farsi frenare dall'ansia"

Nella consueta conferenza stampa di fine settimana, Davide Possanzini ha toccato i tanti temi che caratterizzano la vigilia di Bari-Mantova.

Mister, si riparte dopo la sosta per le nazionali. Come arriva il Mantova all’impegno di sabato?

«Nelle ultime due settimane abbiamo lavorato bene, facendo tutto quanto era possibile in questo lasso di tempo, anche se resta ancora un allenamento da svolgere prima della partenza per Bari. Con serenità abbiamo provato ad analizzare ciò che non ha funzionato nelle partite precedenti e a correggerlo. Altresì ho insistito sui nostri concetti, cercando di rafforzarli. Per il resto ci siamo dedicati a preparare la partita che ci attende, dove ci misureremo con una squadra forte, che ha meno punti di quanti ne meriti. Sarà una gara difficile per il contesto, per il pubblico che spingerà il Bari, per la loro organizzazione di gioco e la qualità dei singoli».

Quale Mantova, di quelli visti all’opera nelle prime quattro giornate, è quello che più si avvicina al suo ideale di squadra?

«Quello che ci offre la partita, perché queste sono figlie della pressione degli avversari, del momento in cui si affrontano determinate squadre. Mi aspetto invece che la mia squadra sappia sempre interpretare l’incontro e le sue diversità, con o senza palla».

Che effetto le hanno fatto i pubblici complimenti ricevuti da Maurizio Sarri?

«Fa sempre piacere riceverli da un personaggio di tale spessore. Avevo avuto la possibilità di parlarci lo scorso febbraio, in occasione delle premiazioni per la Panchina d’Oro e che ora abbia ribadito il suo apprezzamento è davvero piacevole. Le porte del nostro centro d’allenamento per lui sono aperte, per me è solo motivo d’orgoglio. Ma i complimenti sono stati resi possibili dal fatto che i miei uomini sanno giocare a calcio e nella passata stagione lo hanno fatto alla grande. Sperino che continuino a farlo».

A Bari un ambiente diverso dai precedenti, per giocatori in buona parte debuttanti. Una carica in più per loro o il peso di una situazione ambientale difficile da sostenere?

«Abbiamo fatto tanta fatica in C per far sì che ad un certo punto si concretizzasse questo sogno. Alla fine ci siamo riusciti e nel sogno è incluso l’esibirsi su palcoscenici diversi da prima. L’ambiente ci metterà a confronto con la categoria superiore, con avversari più forti, con contesti difficili. Quindi il messaggio che do ai ragazzi è quello di godersi il momento che si sono meritati, facendo ciò di cui sono capaci senza farsi frenare dall’ansia. Dovranno essere in grado di contenerla, l’ansia, dando tutto ciò che hanno».

Ha intuito quale ruolo potrà giocare la sua squadra in questo campionato cadetto?

«Ancora no. La classifica è strana. Ci sono squadre dal grande potenziale che hanno raccolto meno di altre. Abbiamo giocato appena quattro partite, dovremo vivere alla giornata in maniera propositiva».

Che partita si aspetta a Bari? E quanto può crescere ancora il Mantova?

«Conosco bene Moreno Longo (l’allenatore del Bari, ndr), addirittura da quando avevamo 12 anni, so quanta passione ci mette e credo che verrà fuori una partita molto tattica. So anche quanto prepara bene le gare e l’organizzazione di cui godono le sue formazioni. Bari e Mantova si sono studiate parecchio. Aspetto una pressione forte ad inizio azione, ci sarà da fare attenzione. Riguardo a dove può arrivare la mia squadra, so solo che ho visto una crescita costante dal punto di vista della consapevolezza e della mentalità. Sarà anche lenta ma deve essere costante. L’idea è di non porsi limiti, di giorno in giorno, che sia partita o allenamento».

 

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